A noi servono risposte concrete a proposte concrete. La piazza di oggi parla da sola.

Serve fermezza nel giudicare le dichiarazioni del Ministro, ma credo serva anche pacatezza.

Il Ministro è semplicemente scivolato con dichiarazioni fuori posto, oppure ha detto quello che realmente pensa? Se dovesse ricorrere questa seconda ipotesi, allora la questione diventerebbe seria, molto seria. Non abbiamo fretta, per il momento gli diciamo che quel pensiero non è un pensiero adeguato a chi si è assunto la grande responsabilità di rappresentare il mondo della scuola – così il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, sulle polemiche, commenti e uscite social di oggi.

Quella di oggi, a Roma, è stata una manifestazione straordinaria, non contro il Governo, ma per ottenere risposte a richieste precise, a esigenze che vengono dalle persone, dal mondo del lavoro. Eppure – sottolinea Turi – deve aver scatenato fibrillazioni e reazioni emotive, anche nel Governo, al punto da far scattare l’inseguimento della guerra di nervi, su basi mediatiche, che ha coinvolto anche chi ha responsabilità sindacali territoriali, che, invece di concentrarsi sulle rivendicazioni di oggi per il delicato settore dell’istruzione, si mette a gettare benzina sul fuoco per enfatizzare una guerra tra Nord e Sud che non ha nessuna ragione, se non quella di creare confusione ed allontanare la soluzione dei problemi.

La piazza di oggi mette in chiaro la confusione che c’è in questo momento, che non sembra avere sbocco, e che viene acuita anche dalla presenza di quell’élite imprenditoriale e politica che ha determinato la crisi. Se ne esce – commenta Turi – soltanto con un confronto con il sindacato.

Il nostro ruolo non è quello di chiedere le dimissioni dei ministri, ma risolvere i problemi Serve un confronto serio e serrato nei tempi e nel merito delle rivendicazioni.

E’ d’obbligo abbassare i toni, tornare ad analisi fredde e concrete a cui il ministro è chiamato a dare le risposte che oggi abbiamo ribadito: risorse adeguate per il rinnovo del contratto; fase transitoria per garantire ai precari la necessaria continuità didattica, con la copertura delle centinaia di migliaia di posti vacanti; garantire il modello della scuola nazionale, in coerenza con i valori ed i principi dalla costituzione.

Sono rivendicazioni e progetti che riguardano tutti i cittadini e i lavoratori della scuola, al di là del livello territoriale in cui vivono.

Non ci faremo intimidire, né ci faremo portare su derive di scontri polemici che hanno solo il compito di non risolvere i problemi e rinviarli. Non c’è tempo, la politica e la maggioranza metta da parte i nervosismi e si confronti con il sindacato e troverà proposte credibili e coerenti

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