Parte oggi, in tutta Italia, la campagna di comunicazione realizzata dalla Uil Scuola per sensibilizzare tutte le scuole, e più in generale studenti, famiglie e società civile, al no alla regionalizzazione della scuola.

Una serie di post che viaggeranno on line e via social per mettere in evidenza i limiti del progetto all’esame del Governo. Collegata ad una serie di iniziative nazionali, la campagna si articolerà nei prossimi mesi che saranno di grande mobilitazione.

La scuola non è bene disponibile o negoziabile. E’ diritto fondamentale garantito dalla Costituzione, non un contratto tra privati – spiega Pino Turi. Lo ripetiamo dall’ottobre 2017, quando il percorso dell’autonomia differenziata cominciava appena a prendere forma con i referendum regionali. I cittadini, « i territori», come li definisce il governatore Zaia, non sono gli azionisti di questo governo. La contrarietà della Uil Scuola ad ogni ipotesi di regionalizzazione del nostro sistema di istruzione nazionale non è legata alle contingenze politiche, ma fondata su un modello di scuola che il nostro Paese merita ed ha già.
Una scuola che apre all’Europa, che riconosce la tradizione delle proprie città, che insegna ad essere italiano, che ha insegnanti che svolgono il loro lavoro con uguale passione da nord a sud, che non fa differenze di status, non crea primi e ultimi, che promuove i talenti, che offre prospettive, una scuola che è tessuto sociale, è identità nazionale, è progresso e sviluppo.
Qui non si tratta di soldi, ma di libertà – mette in evidenza Turi – che per la scuola è come l’ossigeno per il mondo. Libertà e autonomia che sarebbero negate dal nuovo centralismo regionale.

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