Uil: un concorso annunciato ancora tutto da mettere a punto
Molte le incongruenze dalle prove in inglese al mancato riconoscimento del lavoro
Le questioni ancora aperte legate al prossimo concorso che il ministero intende bandire a breve sono state al centro dell’incontro che si è svolto al Miur con le organizzazioni sindacali. Concorso finalizzato ad assumere un numero non ancora formalizzato di decenti nei prossimi tre anni, già annunciato come imminente e che dovrebbe rappresentare il sistema di “reclutamento ordinario “. Il confronto si è concentrato sulle incongruenze che tale procedura presenta.
Le prove di esame con due domande in lingua straniera
Per la Uil scuola sono una inaccettabile discriminazione verso coloro che nella loro vita professionale o nei percorsi formativi non si sono mai visti chiedere un tale requisito. Il concorso deve dare pari opportunità ai concorrenti e se l’amministrazione come è giusto che sia, vuole privilegiare l’assunzione di docenti in possesso di abilità linguistiche particolari ( B2), lo può fare, inserendo l’esame in lingua straniera come prova facoltativa a cui assegnare uno specifico punteggio.
Per la UIL le regole non possono essere cambiate in corso d'opera.
Concorso e precari: mancano gli elementi di raccordo
Appare totalmente mancante un provvedimento di raccordo tra l'imminente fase concorsuale e la soluzione ai problemi di tanti precari ancora inseriti nelle graduatorie ad esaurimento a cui si possono ad esempio riservare i circa 6000 posti vacanti residuati dalla fase C.
Vanno inoltre risolte le posizioni dei docenti che con più di 3 anni di servizio alle spalle, a cui, a fronte del riconoscimento del lavoro svolto nella scuola sancito dalla 107, si risponde con l'esclusione.
Per la Uil Scuola si potrebbe adottare, pur all'interno del concorso una procedura semplificata di selezione, la sola prova orale che sarebbe sufficiente a riconoscere impegno e professionalità già ampiamente dimostrate sul campo.
Vanno ugualmente salvaguardate le posizioni degli insegnanti di scuola dell'infanzia che pur con tutti i requisiti, esclusi dalla fase C, vengono nuovamente costretti a concorrere senza alcuna garanzia di valorizzazione dei requisiti finora maturati.
La scelta di escludere i non abilitati non tiene conto della impossibilità a conseguire le abilitazioni per la mancata attivazione dei PAS da parte del MIUR, soprattutto in riferimento agli insegnamenti tecnico pratici.
Concorso e riconoscimento del lavoro: 10 anni di lavoro valgono come un master?
Il riconoscimento del lavoro è ciò che manca nelle scelte fin qui effettuate a favore di un finto merito.
Due esempi:
- equiparare 10 anni di lavoro svolto al servizio dello stato e dei giovani con un master universitario;
- valutare pari a zero i punteggi conclusivi dei percorsi di abilitazione inferiori a 75 e 2,50 ai punteggi dello stesso genere se non dichiarati.
Queste scelte secondo la UIL vanno cambiate perché rappresentano delle vere assurdità.
Allo stessa stregua va considerato il principio che un bravo insegnante abilitato e con almeno cinque anni di anzianità di servizio non sia più in grado di giudicare l'idoneità all'insegnamento di un aspirante collega se non è in possesso anche di un qualsiasi dottorato di ricerca o di un master universitario. Anche in questo caso, come nei comitati di valutazione per il merito, si manifesta il convincimento che un insegnante non sappia riconoscere il valore di un collega. Altrettanto grave per la UIL l'esclusione dall'incarico dei docenti assunti da graduatorie di concorsi per titoli.
Le incongruenze del bando: chi fa sindacato non può essere commissario
L'incompatibilità tra l'incarico di commissario e lo svolgimento della funzione di rappresentanza elettiva dei lavoratori delle RSU intende colpire esplicitamente l'impegno nel sindacato. Tra titoli aggiuntivi, incompatibilità, esclusioni e retribuzioni irrisorie, c'è da chiedersi se sarà mai trovato un numero sufficiente di commissari.
Tempi incerti per il bando
Queste sono solo alcune delle incongruenze che la UIL ha rilevato nella presentazione dei decreti necessari alla predisposizione del bando. Molte altre se ne possono riscontrare nelle pieghe di una burocrazia che ha rifuggito fin qui ogni confronto.
I tempi del concorso sono ancora incerti: la UIL a fronte di una mancata presentazione da parte dell'amministrazione ha chiesto di conoscere i dati dettagliati sui posti messi a bando e la loro dislocazione sul territorio nazionale. Ad esempio, la tabella A relativa alle materie di esame, ancora in fase di elaborazione da parte dell’Ufficio legislativo ed il decreto definitivo di riordino delle classi di concorso la cui data di pubblicazione è sconosciuta ai più.
Concorso come unico strumento di reclutamento
Per la UIL in concorso deve tornare ad essere l'unico strumento di reclutamento, capace di evitare il riformarsi continuo di altro precariato, le scelte a ciò correlate vanno effettuate in modo ponderato, esercitando al più presto la delega assegnata dal comma 181 al Governo in materia di reclutamento.
Nel frattempo occorre stabilire regole chiare e trasparenti per i candidati nel rispetto delle loro legittime aspettative, tempi adeguati ad una seria preparazione, riconoscimento di diritti acquisiti, procedure selettive coerenti con i titoli ed i profili professionali di inquadramento, condizioni migliori per affrontare percorsi complessi ed insidiosi, che incidono sulla vita personale e familiare di centinaia di migliaia di persone.
I rappresentanti dell'amministrazione non hanno fornito alcuna risposta alle osservazioni presentate né hanno fornito una data per il prossimo incontro.
All'incontro ha partecipato Noemi Ranieri